Il ruolo del TFA nell'ambiente globale: Spunti dal report EEAP 2022 dell'UNEP

La sostenibilità, la responsabilità e la corretta informazione sulle emissioni dei gas nell’atmosfera sono argomenti di estrema importanza, soprattutto nell'attuale contesto di cambiamento climatico e deterioramento ambientale.

Il Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) gioca un ruolo cruciale in questo campo. Tra le sue funzioni principali, vi è quella di coordinare le risposte ai problemi ambientali all'interno del sistema ONU.

 

Un organo chiave sotto l'UNEP è il Panel di Valutazione degli Effetti Ambientali (EEAP), composto da scienziati che lavorano principalmente in fotobiologia e fotochimica in università e istituti di ricerca. L'EEAP valuta i vari effetti del danneggiamento dello strato di ozono.

 

Nel 2023, l'EEAP ha prodotto un report di valutazione dal titolo "Effetti Ambientali del Danneggiamento dello Strato di Ozono, Radiazione UV, e Interazioni con il Cambiamento Climatico: Rapporto di Valutazione 2022". In questo rapporto, vengono presentate considerazioni chiave che indicano che il TFA (acido trifluoroacetico) non dovrebbe essere classificato come un PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) e quindi non dovrebbe essere soggetto a regolamenti relativi ai PFAS.

  

Cos’è Il TFA?

 

Il TFA, o Acido Trifluoroacetico, è un tipo di composto chimico. È un acido organico, il che significa che è costruito principalmente da atomi di carbonio e idrogeno, ma in questo caso, ha anche atomi di fluoro. Questi atomi di fluoro lo rendono molto stabile e resistente alla degradazione; quindi, può persistere nell'ambiente per molto tempo.

 

Il TFA è un liquido incolore con un odore acetico forte ed è spesso usato in laboratorio per vari scopi, tra cui la sintesi di altri composti chimici. Può anche formarsi come sottoprodotto di alcuni processi industriali o dalla degradazione di altri composti fluorurati.

 

Sebbene il TFA sia molto persistente, il recente rapporto del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ha suggerito che non si accumula negli organismi viventi (un processo noto come bioaccumulo) e non è tossico alle concentrazioni attualmente misurate nell'ambiente. Questo lo distingue da altri composti fluorurati, come i PFAS, che sono noti per la loro tossicità e il loro potenziale di bioaccumulo.

 

Peraltro, come è noto nell’ambiente scientifico, il TFA è un composto di origine naturale. Viene emesso in quantità ingenti negli strati più profondi degli oceani come sostanza nativa dall’elaborazione di minerali fluorurati dall’attività chimica geologica.

 

Il rapporto sottolinea come il termine PFAS includa migliaia di sostanze con tossicità, proprietà fisiche e chimiche e altre caratteristiche differenti. Pertanto, non è appropriato giudicarle come un gruppo basandosi sulla loro persistenza. Il TFA, in particolare, è un composto a catena corta (C2), il che significa che non presenta le stesse proprietà tossicologiche, fisico chimiche e biochimiche delle PFCAs a catena più lunga. Inoltre, l'UNEP sostiene che il TFA non bioaccumula né è tossico alle basse e moderate esposizioni attualmente misurate nell'ambiente.

 

Il rapporto dell'EEAP sottolinea inoltre che sono necessarie ulteriori valutazioni sul TFA, riconoscendo che esistono lacune nella comprensione del suo impatto. Fonti alternative di TFA, come quelle naturali, i pesticidi fluorurati e i farmaci, sono spesso ignorate, in quanto non rientrano nell'ambito del Protocollo di Montreal.

Uno degli aspetti cruciali riguarda le concentrazioni di TFA nell'ambiente. Secondo l'UNEP, queste rimangono al di sotto delle soglie di preoccupazione relative alla salute umana e all'ambiente. Il TFA non presenta una minaccia significativa per l'essere umano o l'ambiente perché le quantità presenti sono significativamente basse.

 

In particolare, il rapporto sottolinea che non è probabile che il TFA causi effetti avversi negli organismi acquatici. Nonostante la sua presenza sia stata rilevata in acqua, in organismi terrestri e acquatici, e in altri ambienti, le sue proprietà uniche - tra cui l'alta solubilità in acqua e la non bioaccumulazione - fanno sì che non rappresenti una minaccia per la vita acquatica.

 

In conclusione, il report EEAP 2022 dell'UNEP suggerisce che il TFA dovrebbe essere considerato e regolato come un composto chimico unico, distinto dai PFAS, a causa delle sue proprietà distintive. Questa comprensione potrebbe avere implicazioni significative per la legislazione e le politiche ambientali future.

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